Il mio nome è Paolo Rossi

“Voglio far capire loro [i giovani] che uno qualsiasi, uno normale, può farcela.” – Paolo Rossi

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La street art per celebrare il legame tra Paolo Rossi e Vicenza

Calciatore e uomo simbolo della Nazionale italiana, Paolo Rossi è stato un grande talento del calcio e dello sport italiano, che ha costruito una fortissima relazione con la città di Vicenza e i suoi abitanti. Il murale vuole rappresentare questo legame di amore che unisce tuttora la città a Paolo Rossi, un rapporto in cui Vicenza ha sempre dato molto in termini di affetto, supporto e possibilità. Una città a cui lui ha cercato di restituire l’affetto con il suo modo di essere sportivo e diventando un simbolo di resilienza e di riscatto, un’icona per i Vicentini e per le nuove generazioni.

A Febbraio 2020 infatti, quando Vicenza gli ha conferito la cittadinanza onoraria, Paolo Rossi ha così descritto il suo rapporto con la città e con i Vicentini: “… Con l’età si diventa sensibili e qualche lacrima mi è scappata. Ho milioni di aneddoti ma c’è una cosa importante, ci sono cose che tutti noi abbiamo insite dentro e Vicenza io ce l’ho dentro. Vado in giro per il mondo, trovo vicentini e tutti pensano che io sia vicentino.
Nessuno sa che io sono nato a Prato perché è talmente forte il mio legame con Vicenza che tutto questo è quasi naturale, oggi ne abbiamo la conferma, per me è un onore e una grande soddisfazione, è un rapporto di grande amore. Io ho avuto tanto da Vicenza e un mio amico prete mi diceva sempre che ero fortunato ad avere avuto la fortuna di essere un grande calciatore e che adesso dovevo restituire agli altri quello che ho ricevuto, perché io sono un simbolo anche di speranza, questo per me è davvero bello e importante. Il vostro affetto me lo porto dietro sempre.
Durante il mondiale dell’82, giocavamo spesso alle 17 e molti negozi di Vicenza chiudevano al pomeriggio, lasciando scritto sulle porte “il negozio rimane chiuso perché gioca Paolo Rossi”. Ecco, dicevano Paolo Rossi, non la Nazionale, penso questo dia il significato di quale sia il mio rapporto con Vicenza.”

la location

LA TORRE EVEREST

La Torre Everest è l’edificio più alto della città di Vicenza, 60 metri di altezza con 17 piani e circa 60 appartamenti. Costruito negli anni ‘50 in una zona appena fuori le mura medievali che circondano la città di Vicenza, si tratta di un edificio residenziale situato in una zona a forte traffico.
La Torre Everest è uno dei simboli della città. Un emblema di Vicenza durante il boom economico, che negli anni è purtroppo andato in declino.
La parete oggetto dell’intervento artistico è quella che guarda direttamente sulle colline davanti alla città, da cui l’opera sarà quindi visibile.
La realizzazione del grande murale, inserendosi in un piano di restauro complessivo del palazzo, imprime una concreta azione di rigenerazione urbana su tutta l’area, trasformandola in un polo di attrazione turistica.
Il murale sarà uno dei più alti d’Europa e trasformerà la parete della Torre Everest da semplice parete in calcestruzzo in un simbolo della città di Vicenza, riconoscibile da tutti e in tutto il mondo.

il soggetto

paolo rossi

Quasi superfluo risulta descrivere chi era e che cosa rappresentava Paolo Rossi per il calcio italiano e mondiale e di come la sua immagine sia indelebilmente legata alla città di Vicenza, a quel Lanerossi allenato da G.B. Fabbri che lo ha consacrato definitivamente come calciatore e come persona.
Paolo Rossi è un simbolo di resilienza, la dimostrazione che si può riemergere anche dopo che un destino avverso ti ha trascinato sul fondo, continuando a inseguire i propri sogni e ad impegnarsi per farli diventare realtà. Era umile come uomo e come giocatore e ha portato con sé questo valore lungo il suo cammino.
Quella di Paolo Rossi è una bellissima storia italiana che parte dalla provincia e parla di sogni, di passione, di cadute, di riscatto, di amore per la vita e per lo sport. È la storia di un ragazzo che, contro tutto e tutti, riesce nel giro di novanta minuti a diventare il simbolo di un Paese, mettendo a segno una tripletta contro il Brasile di Zico, Socrates e Falcao. L’estate 1982, l’estate “mundial”, nasce una leggenda.

l’artista

perchè kobra

Kobra ha un’abilità di narrazione visual unica al mondo che unisce emotivamente le persone agli edifici, grazie al suo uso dei colori così originale e coinvolgente e ai messaggi che è in grado di condividere.
Per gli italiani, per gli amanti del calcio e per gli sportivi, sapere che un artista brasiliano così importante e conosciuto come Kobra ha reso Paolo Rossi “immortale” e “accessibile” a tutto il mondo ha una valenza molto forte. E’ la naturale chiusura di un cerchio aperto 40 anni fa, durante la partita Brasile-Italia del 1982, e un segno di rispetto che supera ogni tipo di differenza nello sport e nella vita. Paolo Rossi ha anche un forte legame con il Brasile, da quando guidò l’Italia al titolo mondiale FIFA 1982. I brasiliani lo ricordano come Pablito, l’uomo che ha inflitto una sconfitta che divenne nota come la “tragedia del Sarria” e che molti ritengono abbia cambiato per sempre il calcio del Paese sudamericano.
Dopo la morte di Rossi, la leggenda del calcio brasiliano Zico ha detto: “Paolo era una persona generosa e umile. Non era solo un campione italiano, ma un campione per tutto il mondo”.

sostenGONo il progetto

Eduardo Kobra
Artista
Nato e cresciuto alla periferia di San Paolo, Eduardo Kobra è uno degli street artist più acclamati a livello mondiale. Le sue opere puntano a trasformare la società attraverso uno storytelling visuale fatto di passione, positività, cultura e valori. Impossibile citare tutti i suoi lavori, quindi ci limitiamo a ricordare i suoi murales più celebri, ovvero quelli dedicati a Niemeyer, Gandhi, Madre Teresa, Martin Luther King, Einstein, Anna […]
Eduardo Kobra
Artista
Nato e cresciuto alla periferia di San Paolo, Eduardo Kobra è uno degli street artist più acclamati a livello mondiale. Le sue opere puntano a trasformare la società attraverso uno storytelling visuale fatto di passione, positività, cultura e valori. Impossibile citare tutti i suoi lavori, quindi ci limitiamo a ricordare i suoi murales più celebri, ovvero quelli dedicati a Niemeyer, Gandhi, Madre Teresa, Martin Luther King, Einstein, Anna […]